Un gruppo di ricercatori dell’università di Stanford ha analizzato gli effetti dell’accumulo di grasso sull’assetto metabolico e molecolare dell’organismo. Ecco cosa hanno scoperto
La ricerca si basa su un esperimento condotto su un campione di 23 volontari con un indice di massa corporea (IMC) tra 25-35 punti.
I ricercatori hanno sottoposto i volontari a una batteria di test biomolecolari, con lo scopo di rilevare cambiamenti significativi nell’assetto metabolico e molecolare.
I soggetti che hanno seguito l’esperimento erano divisi in normopeso e insulino-resistenti, quindi predisposti a sviluppare il diabete di tipo 2.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Systems, -e riportata anche qui– ha evidenziato interessanti risultati riguardo i cambiamenti che avvengono sull’assetto metabolico e molecolare dell’organismo. In particolare, com’è già forse noto ai più, nei soggetti insulino resistenti i ricercatori hanno evidenziato dei marker di infiammazione, assenti negli altri soggetti normopeso. L’intero gruppo è stato quindi sottoposto a un’alimentazione ipercalorica per 30 giorni.
Nei soggetti insulino resistenti, quindi predisposti a sviluppare diabete di tipo 2, i ricercatori hanno evidenziato dei marker di infiammazione, assenti negli altri soggetti normopeso. L’intero gruppo è stato quindi sottoposto a una dieta ipercalorica per 30 giorni.
Cosa È Venuto Fuori?
I volontari normopeso hanno presentato gli stessi marker infiammatori presenti all’inizio solo in quelli insulino dipendenti
L’analisi dell’espressione genica ha rilevato alterazioni molecolari correlate a un aumento dei rischi associati a cardiopatia miodilatativa, una patologia che compromette la normale funzionalità del cuore di pompare sangue. In seguito a queste analisi, tutti i volontari sono ritornati a un regime alimentare controllato e corretto e tutti gli effetti rilevati sono scomparsi. Insomma, per dimagrire non è mai troppo tardi!